Miniera Garida di Coazze – Val Sangone
Conoscete la miniera Garida di Coazze in Val Sangone?
Un tesoro pronto a farsi conoscere agli amanti della storia e della natura un pezzo di storia della Val Sangone.
Un po’ di storia…
Dalla creazione della miniera alla sua chiusura operativa
Le prime informazioni della miniera risalgono al luglio 1888, quando la ditta Eredi del cavalier Giovanni Tron ottenne un permesso di ricerca nelle località “Forno” e “Indiritto”, nei bacini dei torrenti Ricciavrè e Sangonetto.
Le ricerche del minerale proseguirono sino ai primi anni del secolo scorso, con la realizzazione della Galleria “Vecchia Garida” e il rilascio nel 1925, del permesso denominato “Casaz del Forno”.
Nel 1927 l’area posta in prossimità della frazione Berghinera e Martinetto lungo il tratto terminale del Vallone del Ricciavrè vennero investigate con ricerche di varia entità dalla Società talco e grafite Val chisone e Società italiana grafite e talco (Siget), assumendo un notevole sviluppo su entrambi i lati del Vallone. Sebbene giudicati poco significativi, i risultati delle ricerche indussero tuttavia la Siget a realizzare nel 1925 la Galleria “Nuova Garida”, e completare la costruzione, nello stesso anno, di una teleferica collegante la reione di “Casaz del Forno” con la rotabile di fondovalle, passante in località Dirotto nei pressi della confluenza Sangone e Sangonetto.
Nel 1933 la Siget venne messa il liquidazione e le attività di ricerca subirono una momentanea sospensione fino a quando, due annoi più tardi, l’area precedentemente investigata suscitò gli interessi congiunti della società Talco e Graffite val Chisone e del ragionier Ernesto Fea, titolare di una ditta di prodotti minerari. Nonostante gli scarsi risultati conseguiti, dal 1936 al 1942 proseguirono le attività di ricerca presso “Piccere – Casaz del Forno”, inizialmente il ripristino di porzioni di galleria crollati, successivamente con lo scavo di nuovi tratti lungo i livelli di talco precedentemente individuati.
Con la seconda Guerra mondiale, l’attività subì un brusco arresto, fino all’annullamento dell’esportazione nazionale. Nell’immediato dopoguerra la ripresa dell’esportazioni rinnovò l’interesse per la ricerca del talco nel Pinerolese e nella vicina Valsangone ma il nubifragio del maggio 1947 ne segnò un ulteriore interruzione. L’attività riprese regolarmente nel 1948 e si fece via via più intensa nel 1955. Al notevole sviluppo dei lavori eseguiti dalle varie società corrisposero tuttavia risultati poco soddisfacenti, mettendo i luce solo modesti livelli mineralizzati.
Alla fine degli anni 50, la mancata individuazione di nuovi giacimenti e l’esiguità di quelli già scoperti, unitamente alla diminuita economicità delle attività legate all’estrazione del talco dettata dall’ingresso nel mercato mondiale di nuovi produttori esteri, segnarono tuttavia il futuro di molte miniere e le speranze riposte nelle numerose attività di ricerca.
Le altre vicende della miniera di Garida proseguirono ad opera della Parolaro-Fea spa al 1968, anno nel quale venne definitivamente abbandonata l’ormai secolare attività estrattiva.
E oggi? La miniera Garida è aperta per utilizzo turistico!
Sapete che Miniera Garida situata nel Comune di Coazze (TO) ha ottenuto l’autorizzazione e la concessione ad uso turistico del sito dalla Regione Piemonte?
In Val Sangone, riaperta a scopi turistici e scientifico – didattici, l’antica miniera di talco di Garida situata in zona Forno di Coazze, a circa 1070 m.
La miniera è tra le più antiche delle Alpi e si disloca su più livelli (grazie a gradini e scale).
È possibile visitarla per più di mille metri, e osservare l’evoluzione della pratica di estrazione del talco; confrontando le prime gallerie di fine 800 con quelle più recenti del 1968, anno in cui cessò l’attività.
Il complesso minerario si presenta con un’area esterna allestita con una struttura in legno, per lo scarico del materiale prelevato, originali carrelli usati per il trasporto del talco, e con esempi dei vari tipi di minerali/rocce reperiti in Garida.
L’interno della miniera, rimesso in sicurezza mantenendo la struttura originaria, con l’ausilio di torce e caschetti (forniti in loco), faranno rivivere al visitatore quella che era l’attività dei minatori.
Abbigliamento e info
Per effettuare le visite è necessario un abbigliamento adeguato (scarponcini e/o stivali, k-way anche nella stagione estiva). Altra attrezzatura obbligatoria verrà fornita all’inizio della visita (elmetto di sicurezza con luce).
L’accesso non consentito alle carrozzelle.
L’ambiente sotterraneo e umido rappresenta anche l’habitat ideale per alcune specie animali.
La temperatura media interna alla miniera è di 10 °C, con umidità elevata ed in alcuni tratti è presente dell’acqua.
Come prenotare?
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA presso l’ufficio turistico di Coazze turismo@comune.coazze.to.it – +39 0119349681
LA VISITA SI ATTIVA AL RAGGIUNGIMENTO DI UN MINIMO DI 8 PARTECIPANTI
Le visite vengono fissate di mese in mese (sabato o domenica), per gruppi di 8 persone (prenotazione con scelta di giorno e orario)
La visita del percorso in sotterraneo ha una durata di circa un’ora ed è possibile praticamente tutto l’anno. (su prenotazione).
Inoltre, per i gruppi, è possibile abbinare escursioni di mezza giornata o giornata intera (gita escursionistica o visita al museo geologico sperimentale della sezione C.A.I. di Giaveno). Per le scuole sono possibili percorsi didattici tematici. Lasciare l’auto al bivio per borgata Flizzo e proseguire a piedi per 15 minuti su strada sterrata
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